Piccola cronaca in capo a luglio

Ci sarà da andare a capo almeno tre volte in questa piccola cronaca di inizio luglio. 

Il primo salto è quello degli amici di Aprustum, che dopo anni di corteggiamento, mettono finalmente in scena uno Shakespeare. Il coraggio di Massimo Gatto e dei suoi attori appassionati non necessita di alcuna notazione. In questo caso Sogno di una notte di mezza estate non è solo il titolo della piecedell’immenso Bardo, ma anche il traguardo della mia (perdonate il possessivo) piccola compagnia. Venire a capo di un’opera così complessa è, per gli amanti del teatro, una sfida avvincente. La stessa che viene giocata fra i protagonisti della commedia, fra le identità di genere, fra attori e personaggi, fra uomini e fole: tutti irretiti nelle alterne vicende del dramma magistralmente scritto dall’incantatore di Stratford. Affascinante il segno scenico di Andrea Magnelli, buona la performancedi Fedele Battipede con la testa d’asino del celeberrimo Bottom, addirittura miracolosa la prova di Luigi Grisolia che riesce a rendere credibile una delle più effimere creature del poeta inglese. La strada percorsa non è quella tracciata sui visi di autori sperimentati, ma il risultato è di tutto rispetto, pur rimanendo nella scia della bella messinscena del teatro dell’Elfo, curata di Elio De Capitani.

Il salto dello stretto è il secondo passo. Basta alzare il capo per scorgere l’Etna e la Trinacria. Ad aspettarci il Festival del teatro greco di Siracusa. In scena i Cavalieridi Aristofane, per la regia di Giampiero Solari. La presentazione dell’opera è chiara: “con questa commedia Aristofane si propone di mettere in guardia gli ateniesi dai pericoli insiti nella demagogia di Cleone. Con una personificazione Aristofane presenta sulla scena Demos (il Popolo), vecchio, bisbetico e mezzo sordo, completamente in balia di uno dei suoi servi, Paflagone (Cleone), che lo
imbroglia e lo manda in rovina senza che egli se ne accorga.”

Ci sarebbe da rompersi il capo con un tema di così stretta attualità, ma Aristofane riesce ad andare oltre ogni manuale di politica, divertendo un pubblico che sembra identico a quello ateniese del 424 a.C. Al grido di onestà, i Cavalieri, decisivi nel governo della Polis, portano sullo scranno del primo ministro il Salsicciaio, interpretato da un bravissimo Francesco Pannofino, vestito di carne da capo a piede. Roy Paci è un corifeo d’eccezione che fa muovere a suon di musica un coro preoccupato solo di se stesso e del proprio portamento alla moda: enormi pupi scuotono il capo, incuranti del popolo che striscia in basso, in una danza che trova ragione nel non farsi calpestare. Anche le democrazie più radicali hanno bisogno di un capo, scrive Luciano Canfora, in una preziosa nota allo spettacolo. Il Capo asino è la somma di tutte le virtù negative: bugie, ipocrisie, ignoranza e volgarità diventano materie essenziali della costruzione del consenso. La città ha nuovamente un governo e assieme a Paolo e Debora, meravigliosi compagni di viaggio, possiamo tornare alle nostre case certi del cambiamento.

Prima di andare via facciamo un salto a Santa Lucia alla Badia, chiesa dedicata alla Santa Patrona siracusana. Nell’abside, dietro l’altare maggiore è stata collocata nel 2007 il Seppellimento di santa Lucia, olio su tela, di Michelangelo Merisi.

Il quadro, dipinto dopo l’ottobre 1608, successivamente alla fuga dal carcere di Malta, è il macabro spettacolo che segue la decapitazione di una donna. Fine che il pittore doveva sentire come vicina: condannato alla pena del capo (che poteva esser eseguita da chiunque lo avesse riconosciuto per strada), in seguito all’uccisione di Ranuccio Tommasoni, in una rissa avvenuta a Campo Marzio la sera del 28 maggio 1606, Caravaggio tenta di seminare la morte che pare rincorrerlo in capo al mondo. Ha soli 37 anni ed è incredibilmente alle prese con quelle che noi definiremo le opere tarde. Il luogo raffigurato sembra essere quello della Grotta delle Latomie, certamente visitate dal pittore a Siracusa. La scena, nonostante le evidenti perdite di colore nel dipinto, è un trionfo della teatralità.

La luce del Maestro è protagonista indiscussa della grande tela, irrompe da sinistra, e allo stesso modo della lama taglia, rade, segmenta le figure. La realtà, letteralmente piagata dalla luce, si materializza in volumi prospettici dissonanti. E’ lui il più grande lighting designdi tutti i tempi.

Il lavoro dei due nerboruti becchini in primo piano che scavano la fossa per la Santa è la prefigurazione dell’epilogo, a cui non può sfuggire nemmeno questo scritto. Mentre tutti guardano, un uomo aggrottato si volta di lato.

Io mi scopro il capo.

SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

di W. Shakespeare

Regia | Casimiro Gatto

Scene e Luci | Andrea Magnelli

APRUSTUM 

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I CAVALIERI

di Aristofane

Direttore artistico | Roberto Andò
Traduzione | Olimpia Imperio
Regia | Giampiero Solari

Collaboratore Regista |Alfio Scuderi 

Regista Assistente |Paola Galassi

Musiche | Roy Paci

Scene e Luci | Angelo Linzalata
Costumi | Daniela Cernigliaro
Movimenti | Lara Guidetti

Demostene | Giovanni Esposito
Nicia | Sergio Mancinelli
Salsicciaio | Francesco Pannofino
Paflagone | Gigio Alberti
Corifeo | Roy Paci
Demo | Antonio Catania

Coro | Allievi  ADDA II e III anno

INDA 

Istituto Nazionale Dramma Antico

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IL SEPPELLIMENTO DI SANTA LUCIA

di Michelangelo Merisi detto Caravaggio

Olio su Tela 

408 X 300 Cm 

Chiesa di S. Lucia alla Badia  (Siracusa)

apparso su asteriscoduepuntozero