Aprustum
1 Settembre 2018
Non è semplice per me dare conto di un amore che dura da moltissimi anni. Tante volte mi è capitato di parlare dell’associazione che mi onoro di aver fondato e presieduto, ma oggi il vecchio e il nuovo si confondono e scrivere risulta ancora più complicato.
Sarebbe facile offrirvi una storia che la memoria ha trasformato, riportarvi al tempo delle prime riunioni, dei primi incontri, alla prima commedia, rappresentata in una città che parlava poco di teatro, raccontare delle persone che hanno creduto al gioco più antico del mondo, ripercorrere le tappe più significative di una vicenda che dura da quasi vent’anni, ma proverò a non cedere alla retorica delle ricorrenze.
Un’associazione che vive per quasi vent’anni in una città di provincia non rappresenta una vicenda privata, ma coinvolge la comunità intera, costringe i cittadini a domandarsi il motivo di un incontro.
Proprio per questo, quando capita di vivere fuori dalla propria terra, certe esperienze rappresentano campanili immaginari.
Oggi, una volta percorsa la strada del ritorno, la piccola sede di via Miraglia rappresenta una sfida ancora più difficile dell’inizio: quella di accettare con coraggio una parte già recitata.