Oggi sono esattamente 120 anni dalla data di nascita del grande Eduardo De Filippo.
Io continuo a crederlo vivo.
Vent’anni fa a Castrovillari, festeggiammo il suo compleanno. Cento anni dalla sua nascita.
Presto tornerò a recitare una sua opera. Eduardo è stato il Maestro del vostro professore d’Italiano: un Maestro nel senso più tradizionale del termine. Molte delle cose che conosco, gran parte della mia passione per il teatro, innumerevoli discorsi che ancora oggi mi tengono legato alla terra sono il frutto (ancora non maturo) del suo scrivere, del suo raccontare, del suo stare sulla scena. Se da giovane non avessi incontrato l’immenso drammaturgo napoletano probabilmente non mi sarai salvato dal becero letteralismo di Michele Murri, non avrei compreso l’indiscutibile tragedia di Ferdinando Quagliuolo, non avrei conosciuto la speranza di Napoli Milionaria e la disperazione dei Fantasmi. L’umanità delle sue creature sono state una grazia non inferiore all’esempio di mio padre.
Presto mi capiterà nuovamente di usare le sue parole, certo, in tutti questi anni, ho continuato a guardare con i suoi occhi.
Oggi vi propongo alcune meravigliose cose ripescate dall’archivio di RADIO RAI.
Ascoltatelo con attenzione.
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