Oggi si celebrano i Cinquecento anni dalla morte di uno dei più grandi pittori di tutti i tempi: Raffaello Sanzio.
Cosa ci può insegnare ancora un pittore del Rinascimento italiano?
Semplicemente ci può aiutare in un esercizio antico: quello del distinguere, soprattutto distinguere il vero dal falso.
La grande lezione con cui si è misurata da sempre la pittura è quella della falsificazione. In particolare i grandi artisti hanno dovuto subire l’ingiuria del falso.
Non la copia, attenzione, che è un’arte nobile dichiarata, un modo di entrare in stretto rapporto con l’opera, una forma di devozione ai grandi maestri, ma il tentativo truffaldino di spacciare per vero ciò che invece è sfacciatamente falso.
Come è possibile riconoscere un’opera autentica? Come si fa ad attribuire alla mano di un Maestro una scultura, un dipinto, un’opera d’arte? Più in generale quali sforzi dobbiamo compiere per separare il grano dalla pula?
Ancora una volta è l’attenzione ciò che traccia una linea di demarcazione fra il vero e il falso. Se discriminare, separare, fare la differenza ci pone di fronte al rischio di sbagliare, farlo con attenzione ci rende consapevoli e pur non impedendo l’errore, almeno sapremo dire perché abbiamo errato.
Il diavolo è nei dettagli!
_________________________________________
Due brevi documentario per tutti:
Raffaello Sanzio spiegato da Philippe Daverio.
Raffaello Sanzio spiegato da Federico Zeri
____________________________________________
Un meraviglioso spettacolo per i più audaci:
Raffaello oh bello figliolo che tu sei di Dario Fo (Premio Nobel della Letteratura 1997)
_________________________________________
Raffaello oltre la mostra. Scuderie del Quirinale.

77 commenti