Un mio amico carissimo è stato un grandissimo appassionato di fumetti.
Tante volte assieme a lui, sin dalla prima adolescenza, mi sono recato in edicola a ritirare la sua copia dell’Uomo Ragno o de’ I fantastici Quattro, entrambi i testi erano creati da Stan Lee. Spider-Man era venuto fuori dai tratti di Steve Ditko e i The Fantastic Four dalla matita di Jack Kirby.
Io stupidamente non ho mai prestato particolare attenzione ai fumetti. Facevano parte del mio mondo, ma attraverso i canali televisivi o i discorsi degli amici, che discutevano di mondi affascinanti misurando forze sconosciute.
Ho comprato negli anni fumetti, ma direttamente legati alle mie grandi passioni. Ricordo 4 bellissimi volumi con le opere di Eduardo a fumetti, alcune biografie di Beccogiallo, diversi fumetti di Moby Dick, fra cui quello meraviglio si di Dino Battaglia.
Ho ricominciato a guardare ai fumetti con l’occhio di un’altro amico che per mia fortuna mi è toccato in sorte negli anni modenesi.
Evidentemente nella mia esistenza i fumetti e gli amici si rincorrono.
Mi regalò MAUS, di Art Spiegelman, un fumetto meraviglioso in cui viene raccontato l’Olocausto tingendo di scuro le avventure di Tom & Jerry: gli ebrei erano i topi e i nazisti interpretavano la parte di ferocissimi gatti.
Anche all’ultimo compleanno, nel primo giorno di quarantena calabrese, mi è arrivato da Modena un pacco che conteneva un bellissimo libro di Andrea Pazienza, un racconto a fumetti di uno dei più grandi personaggi civili della prima metà del novecento: Sandro Pertini.
Piano piano ho fatto pace con quei segni e ZeroCalcare è stato un piacevole incontro.
Guardate questi animati, ragazzi… magari vi piacciono.
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