La buona condotta del 7 marzo

Cari genitori, carissimi ragazzi,

quello che sta accadendo è un fatto eccezionale, e pur non conoscendo ancora le proporzioni della sciagura che si sta abbattendo sul nostro Paese, è importante vivere le prossime settimane con senso di responsabilità.

Mi è già capitato di scrivere che a scuola eravamo arrivati a spezzare il fiato. Provo a spiegarmi meglio. Marzo per la scuola è decisamente il mese più impegnativo. Spezzare il fiato per i podisti è il momento in cui si è pronti allo sforzo. Si può iniziare la parte decisiva della preparazione; scopriamo, invece, che la gara non si farà e che tutto è rimandato a data da destinarsi.

Un bel problema, se si considera che molto del mio, del nostro lavoro consiste nel creare un gruppo, nel preparare gli studenti a raggiungere il giusto equilibrio fra la il piacere sociale e l’indispensabile concentrazione nelle attività di studio.

L’anno scolastico a questo punto è seriamente compromesso, ma per fortuna le donne e gli uomini, e ancor più i bambini e i ragazzi, sono capaci di trarre insegnamenti, se guidati, da ogni situazione.

Andremo avanti, ma lo faremo con la dovuta prudenza.

La prima, e più importante attenzione, attiene alla responsabilità personale di ognuno di noi e deve avere come obiettivo, sacrosanto, la salvaguardare dei più deboli: i nonni, che tanta parte hanno avuto e continuano ad avere nella vostra vita, gli immunodepressi, i malati oncologici e tutte le persone che sono state segnate da gravi problemi di salute. Sono tante persone, un numero sufficiente a mettere a dura prova un sistema sanitario già fortemente deprivato da tagli e saccheggi.

Per proteggere loro e le loro famiglie bisogna RESTARE A CASA. E’ questo il primo e più importate compito che vi assegno. Basterà seguire questa semplice indicazione per dimostrare le vostre competenze di cittadinanza.

Riprendete le cose che fatte in classe. Riguardate i vostri quaderni, recuperate le cose studiate poco o male. Usate questo tempo dispari per mettervi in pari.

Da lunedì, troverete sul Registro Elettronico un link a questo sito. Non faremo finta di essere a scuola, non ci sarà alcuna prosecuzione del programma, non simuleremo una situazione normale, proveremo ad imparare da ciò che accade, vi verranno proposti giornalmente articoli pubblicati dalla stampa nazionale, film, libri, teatro.

Proveremo, assieme, a capire ciò che accade. A turno diremo il nostro parere commentando gli articoli di questo sito. Prima di pubblicare i vostri commenti discuteremo e correggeremo le nostre idee.

Sono con voi,

il vostro professore d’Italiano.

6 Replies to “La buona condotta del 7 marzo”

  • Io vorrei esprimere la mia opinione dicendo molte cose ma mi soffermerò solo su due cose. La prima è che corretto stare a casa , però per la generazioni dei giovani di oggi sarà un ordine molto difficile da seguire, perché pure io sono da tre giorni che non esco e mi sembra di stare a casa da una eternità. Non avrei mai pensato di dirlo ma mi sta un po’ mancando la scuola, un po’ per i compagni, perché con loro la giornata era diversa, e anche un po’ per i professori. Ho sempre pensato che le cose che insegnavano la maggior parte dei prof. non mi sarebbero mai servite e invece ho tante cose da imparare. La seconda cosa su cui mi soffermerò è che adesso non servirebbe solo una cura contro il coronavirus, ma una cura contro l’ignoranza delle persone.

    • Aurel, il tuo commento è confortante. E non sai quanto il tuo dire può essere utile in un momento come questo.

  • La mia opinione è che sia grandi che ragazzi dovrebbero restare a casa per prevenire il contagio, perché bisogna proteggere se stessi e la propria famiglia. So che è difficile rimanere fermi, chiusi in casa, ma molte persone già all’inizio di questa epidemia non hanno seguito le regole, aumentando le persone contagiate, se vogliamo che passi tutto dobbiamo seguire le regole, perché se nessuno le segue. L’epidemia diventerà pandemia e non finirà mai.

  • La soluzione piú giusta é rispettare tutte le regole e sperare che i contagi diminuiscano fino a non averne nessuno.
    Mi manca uscire, andare a scuola, organizzarmi i pomeriggi con le mie amiche e viaggiare con mia madre.
    Tutto questo avrá una fine solo se tutti rispetteremo regole che oggi ci vengono imposte.

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