La buona condotta del 17 marzo 2020.

Oggi ho ripreso fra le mani un vecchio libro di Einaudi. Il saggio n. 553, dedicato a Quattro film di Federico Fellini.

E’ uno strano libro perché contiene quattro sceneggiature di altrettanti film del grande visionario di Rimini: I vitelloni, La dolce vita, Otto e mezzo e Giulietta degli spiriti.

Circa trentamila lire, di allora, spese per avere la trascrizione di un mondo. A cosa serviva, mi chiedo, comprare un libro così? Un libro che riporta su carta ciò che Fellini aveva già corredato di splendide immagini, di meravigliosi attori, spettacolari scenografie e musiche meravigliose?

A scuola non capita quasi mai di avere fra le mani una sceneggiatura di una pellicola; succede di vedere magari qualche film con gli studenti (con una risoluzione pessima e un audio incerto) ma molto raramente i ragazzi hanno l’opportunità di comprendere a fondo che dietro un film c’è prima di tutto un’opera letteraria: una visione compiuta, nata dalla punta di una penna o di una matita.

Racconti, insomma; storie che non si accontentano delle lettere, ma pretendono, attori, attrezzisti, scenografi, luci, costumi, microfoni, musicisti, truccatori, sarti, tecnici, registi… quanta fatica per far brillare una storia sullo schermo, e poi quando quando quella storia hai finito per amarla davvero, ti capita di comprare persino la sceneggiatura. Lì, trovi con sorpresa una bella introduzione di Italo Calvino e cose che non corrispondono esattamente al film che avevi visto…

Perché le storie camminano un po’ per conto loro e delle volte, certi personaggi non rispettano nemmeno il brogliaccio del regista.

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Ci sono stati anni in cui andavo al cinema quasi tutti i giorni e magari due volte al giorno, ed erano gli anni tra, diciamo, il Trentasei e la guerra, l’epoca insomma della mia adolescenza. Anni in cui il cinema è stato per me il mondo. Un altro mondo da quello che mi circondava, ma per me solo ciò che vedevo sullo schermo possedeva le proprietà di un mondo, la pienezza, la coerenza, mentre fuori dello schermo s’ammucchiavano elementi eterogenei che sembravano messi insieme per caso, i materiali della mia vita che mi parevano privi di qualsiasi forma. Il cinema come evasione, si è detto tante volte, con una formula che vuol essere di condanna, e certo a me allora il cinema serviva a quello, a soddisfare un bisogno di spaesamento, di proiezione della mia attenzione in uno spazio diverso, un bisogno che credo corrisponda a una funzione primaria dell’inserimento nel mondo, una tappa indispensabile d’ogni formazione. Certo per crearsi uno spazio diverso ci sono anche altri modi, più sostanziosi e personali: il cinema era il modo più facile e a portata di mano, ma anche quello che istantaneamente mi portava più lontano. Ogni giorno, facendo il giro della via principale della mia piccola città, non avevo occhi che per i cinema, tre di prima visione che cambiavano programma ogni lunedì e ogni giovedì, e un paio di stambugi che davano film più vecchi o scadenti, con rotazione di tre alla settimana. Già sapevo in precedenza quale film davano in ogni sala, ma il mio occhio cercava i cartelloni piazzati da una parte, dove s’annunciava i film del prossimo programma, perché là era la sorpresa, la promessa, l’aspettativa che m’avrebbe accompagnato nei giorni seguenti.

Andavo al cinema al pomeriggio, scappando di casa di nascosto, o con la scusa d’andare a studiare da qualche compagno, perché nei mesi di scuola i miei genitori mi lasciavano poca libertà. La prova della vera passione era la spinta a ficcarmi dentro un cinema appena apriva, alle due. Assistere alla prima proiezione aveva vari vantaggi: la sala semivuota, come fosse tutta per me, che mi permetteva di sdraiarmi al centro dei «terzi posti» colle gambe allungate sulla spalliera davanti; la speranza di rincasare senza che si fossero accorti della mia fuga, per poi avere il permesso di uscire di nuovo (e magari vedi un altro film); un leggero stordimento per il resto pomeriggio, dannoso per lo studio, ma favorevole alle fantasticherie. E oltre a queste ragioni tutte a vario titolo inconfessabili, una ce n’era di più seria: entrare all’ora dell’apertura mi garantiva la rara fortuna di vedere il film dal principio, e non da un momento qualsiasi verso la metà o la fine come mi capitava di solito quando raggiungevo il cinema a metà pomeriggio o verso sera.

Italo Calvino da Autobiografia di uno spettatore, introduzione a Quattro Film di Federico Fellini, Torino, Einaudi, 1969.

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Esercitazione 1

e

Esercitazione 2

(uno di questi film di Federico Fellini I vitelloni, La dolce vita, Giulietta degli spiriti)

51 Replies to “La buona condotta del 17 marzo 2020.”

  • Il cinema oggi non è molto frequentato perché molti siti online fanno vedere i film prima di arrivare nelle sale. Qualche volta non farebbe male andare al cinema invece che stare sempre attaccati ai cellulari

    • Appena sarà possibile, andiamo al cinema. E’ un’esperienza di gioia e condivisione della meraviglia.

  • Oramai il cinema è un luogo che ha perso la sua importanza. Adesso ogni film che esce al cinema si può ottenere scaricandolo da internet senza spendere neanche più i soldi adesso i giovani preferiscono stare a casa ed usufruire di applicazioni come netflix per vedere film e serie tv usciti da pochi giorni nei cinema.

  • Riguardo a questo brano credo anch’io che per avere un approfondimento migliore di un film possa essere utile la sceneggiatura. Il cinema è una forma d’arte e io sono uno che va spesso al cinema e mi piace molto di più che vedere un film sul classico televisore.

  • I cinema ai nostri giorni non sono più tanto frequentati, in quanto ci sono altri modi per vedere film come netflix, eurostreming, altadefinizione ecc…

  • Credo che aver speso trentamila lire non è stato un errore, ma un investimento per le proprie emozioni, per la propria immaginazione e per la propria anima.

  • Il cinema è il cinema.
    Chi è che non si perde nelle proprie fantasie nel momento in cui guarda un bel film? Beh io sono il primo .
    I film ti aiutano a pensare, a crescere culturalmente. Io amo i film di Zalone, perché ti fanno morire dalle risate, ma nello stesso momento ti danno modo di riflettere .
    A parer mio il cinema è molto costruttivo e bisogna aver più tempo per questo .

    • Anch’io mi sono divertito molto con i film di Zalone. E’ importante, però vedere molte cose e molto diverse fra loro. Buon lavoro con Fellini.

  • I libri e il cinema sono strumenti capaci di trasmettere messaggi ed emozioni. Quando si legge un libro,n on essendoci una rappresentazione visiva, bisogna “calarsi”nel testo, interpretare le parole e cercare di immaginare nella mente la storia di cui parla il libro. Il cinema, come il teatro, sembra più semplice poiché vi è una rappresentazione della storia; i personaggi, le emozioni sono più dirette, ed anche più divertente vedere come gli intrecci si sviluppano e si risolvono.

  • I libri e il cinema sono molto diversi tra loro. Spesso mi capita di leggere un libro e poi vedere il film. Capisco subito che il libro è molto più intenso, mi fa immedesimare di più nella storia, immagino i personaggi e fantastico su di essi. Il cinema è molto diretto e lascia meno spazio alla fantasia.

    • A meno che il film non sia una porta aperta sull’immaginazione… capace di creare altre immagini, evocare altri luoghi…

  • I libri trasmettono un’emozione più intensa, visto che costringono il lettore a girare “i film nella propria testa”, usando la propria immaginazione, cosa che con il cinema non avviene perché le immagini sono imposte dal regista.

  • Sono state diverse le volte che mi sono chiesto cosa c’era davvero dietro quei film appassionanti e influenzanti…parlo nel mio caso di quei film dal genere horror o magari comico. Non ho mai realizzato però che un film non è solo un copione da mettere in scena, ma che anche solo per comporre la “scena” bisogna lavorare molto. Penso inoltre che il film abbia un significato molto diverso da quello di un libro. Dal libro la situazione che si viene a creare è fatta dalla nostra mente, riusciamo ad essere quindi più presi dalla trama…nel film non esiste una vera ricostruzione mentale della storia poiché il film spiega già tutto.

  • La lettura di un libro è un film emanano sensazioni diverse. Il film riesce ad essere diretto, mentre la lettura ti fa immedesimare nel testo, e ti lascia più spazio per immaginare.

  • Per quando mi riguarda ormai non vado al cinema da tanto, perché comunque siamo abituati a guardare film su Netflix stando comodamente seduti sul divano, però non possiamo minimamente paragonare le diverse emozioni che si provano.

    • Gaia, c’è un argomento che trovo essenziale in questa discussione. Il cinema a casa propria è un rito privato, mentre il Cinema è un rito pubblico… e poi vuoi mettere guardare le cose su grandi schermi e con audio invidiabile.

  • Io non sono mai andato il cinema, ma credo sia bellissimo. Adesso con la tecnologia, su i siti online o su netflix si possono vedere i film e le persone vanno poco al cinema, ma a me piacerebbe andare al cinema e appena finirà tutto questo penso che farò questa esperienza.

    • Devi, Davide. Assolutamente. Devi andare a vedere un film sul grande schermo. Sarà meraviglioso e poi ci racconterai.

  • Io in genere vado al cinema puntualmente tutti gli anni con la mia famiglia il 26 dicembre … bhé sì abbiamo il televisore in casa!
    Ma il cinema é tutt’altro! Schermo più grande volume amplificato e il livello d’attenzione ad un cinema é maggiore…
    Rende la visione del film speciale!

  • Io personalmente non vado spesso al cinema, ma “I vitelloni” mi è piaciuto molto, e penso che quando si potrà andare al cinema ci andrò più spesso.

  • Il cinema non viene più frequentato come una volta, poiché oggi disponiamo di piattaforme come infinity o Netflix, ma credo che ogni tanto si possa andare al cinema, anche per stare in compagnia.

  • Con le nuove tecnologie il cinema è stato messo un po’ da parte, ma a me piace molto, infatti almeno 2/3 volte l’anno cerco di andarci, inoltre è un modo per stare con la mia famiglia e i miei amici, ma i film non sono mai riusciti a crearmi le emozioni di un buon libro…

    • Ilaria, questa è una riflessione in netta controtendenza… spiegami meglio, per cortesia.

  • Le sensazioni che riescono a darci certe immagini del cinema non potrebbero essere provocate da nessun’altra forma di espressione artistica.

  • Ebbene sì, anche se i genitori non erano d’accordo, fuggire per vedere i film aveva molto più senso. Ora come ora possiamo vedere i film direttamente da casa, cosa che a parer mio va molto a discapito del cinema.

    • Era bello, Mariano e aveva un fascino straordinario. Spero di potervi raccontare delle mie esperienze “illecite” di spettatore.

  • Con le nuove tecnologie ormai il cinema è stato messo molto da parte. Infatti, ormai, molti ragazzi non ci vanno più perché i film passano u altri canali, per esempio il telefono.

    • I dati dei botteghini sono certamente inferiori a cinquant’anni fa, ma bisognerebbe fare un discorso un po’ più articolato per comprendere il significato delle pellicole, oggi.

    • Forse, caro Rachid, non nelle forme della sala, ma il cinema è stato uno dei grandi protagonisti di questa quarantena.

  • Certo, il cinema e i libri sono due forme molto diverse, ma che nelle loro modalità possono sempre dare delle emozioni. Io, come l’autore del brano, ”a volte” preferisco il cinema.

    • Grazie, Pietro. Mi citi per cortesia il punto dove si comprende la preferenza dell’autore per il cinema. Grazie.

  • Il cinema oggi non è molto frequentato perché molti siti online fanno vedere i film prima di arrivare nelle sale.

  • Io non vado quasi mai al cinema, perché a me non piacciono molto i film, infatti ne guardo molto pochi. Ho colto l’occasione per vedere il primo film a colori di Fellini “Giulietta degli spiriti” e mi è piaciuto molto.

  • Ad essere sincera non so cosa sia meglio tra un libro e andare al cinema, perché entrambi ti fanno provare emozioni fantastiche.

  • Per me il cinema è un mondo parallelo dove si può fuggire, anche se per poco, dalla realtà. Io guardo diversi generi di film. Il cinema è una delle cose migliori che l’uomo abbia creato perché è una forma di intrattenimento molto apprezzata e amata.

  • Una volta si andava di più al cinema perché non c’erano tante applicazioni a farci vedere film ancor prima dell’uscita cinematografica.

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