La buona condotta del 18 marzo 2020

La circolare ministeriale protocollata al n. 388 del 17 03 2020, a firma Marco Bruschi, è irricevibile e vergognosa.

La vergogna non risiede nella pur grave violazione dei più elementari vincoli contrattuali che sono oggetto di relazioni sindacali, ma nella cocciuta ostinazione di continuare a trattare la scuola come la becera risultante di migliaia di ordinamenti fallimentari, fatti da programmazioni, progetti, regole, orari, PTOF, POF, PON, GLH, RAV, CDC, CDI, PDP, BES.

Il teorema, già insopportabili in tempi di pace (che pace più non è direbbe uno che mi ha insegnato mille cose), diventa mostruoso se applicato con la meticolosità del passacarte mentre il Paese sta affrontando una prova fra le più complicate degli ultimi decenni.

Questo non è il tempo di circolari: il giro è finito. Non vi è più nessuna legge sensata, nessun diritto fra le bare di Bergamo, non ci sono spiegazioni da dare a chi si ritrova in gabbia a 15 anni, proprio mentre sperava in un bacio promesso.

Chi crede nella scuola si occupi del suo futuro, concentri i suoi sforzi nel pensare a strutture più idonee, a classi meno numerosi, ad insegnanti più preparati e meglio retribuiti, chi ama la scuola non seguiti a martoriarla con riforme immonde, con valutatori mediocri, con dirigenti improvvisati.

La lentezza imposta a questi giorni da un virus funesto è un monito all’intero sistema e l’unica riprogrammazione possibile, egregio dott. Bruschi, è fermarsi e riprendere dall’inizio.

Ricominciare daccapo!

E siccome non possiamo impedire alla primavera di sfoggiare il sole più bello di sempre, proviamo almeno a scrivere meno circolari.

Insegno italiano. Quest’anno ho 54 studenti, distribuiti su tre classi e come tutti sono stordito da ciò che sta accadendo. Non valuto, non voto, impegnato ad ascoltare il rumore che viene dal feroce contrappasso imposto alla stagione più bella dei miei ragazzi.

Stracci quella circolare: è inutile.