Devo a Francesco Marco Scuderi, fratello del mio carissimo amico Salvatore, un sincero ringraziamento per aver tenuto un volume abbastanza alto del suo giradischi da far arrivare fino al piano di sotto le note di chi sarebbe diventato, con il tempo, un mio idolo musicale: Pino Daniele.
Mentre frequentavo il biennio della scuola superiore (pure i professori hanno avuto 15 anni), fra cotte, scherzi e sputi, che allora il Coronavirus non ci preoccupava, scoprivo la musica di un cantautore napoletano, scomparso purtroppo nel gennaio del 2015.
Erano momenti di feroci avventure e di grandi cadute. Tutto quel periodo, appeso a ricordi che hanno segnato la mia carta d’identità, suonava e suona ancora con questo disco.
A risentirlo oggi, Vai mo’, l’album della mia giovinezza, è rimasto lo stesso. Dentro c’è tutto il menefreghismo, l’amore, l’indecisione e la malinconia, la notte e il vento di quelle giornate in cui l’unica cosa che si desiderava era uscire di casa.
Solo cose belle, ragazzi. Finirà e sarà festa.
Ascoltate l’album e ditemi cosa ne pensate…
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