Il Diario dei Fantasmi. A Caccia di una messinscena. Parte I/5

PASQUALE (Pasquale, beatamente seduto fuori al balcone di sinistra, ha disposto, davanti a sé un’altra sedia con sopra una guantiera e una piccola macchinetta da caffè napoletana, una tazzina e un piattino. Mentre attende che il caffè sia pronto, parla col suo dirimpettaio prof. Santanna) 

Salute, professore! Ebbè, a noialtri italiani toglieteci questo poco di sfogo fuori al balcone… A tutto rinunceremmo tranne a questo genere di apparizioni. E come no! Eh… (resta in ascolto) Mia moglie? No, mia moglie è inglese: loro ai balconi non sono abituati. Come dite? (resta in ascolto) Professo’, ma che ne so… Qua mi pare che abbiamo perduto quel poco di sentimento c’era rimasto. Per esempio, una cosa di cui proprio non riesco a farmi capace, è il motivo per il quale non ci fanno uscire a fare una passeggiata. Io, figuratevi sto bene a casa mia, ma questa storia che non posso fare quattro passi fino alla Ferrovia non la capisco. Pure, perché, professo’, io sono uno che non parla con nessuno. Per me il distanziamento sociale è una religione di vita… (resta in ascolto) escluso, voi, professo’.  lo sapete che per voi ci tengo una passione… (resta in ascolto) no, professo’ non lo sapevo, il condominio all’inizio della strada? L’hanno chiuso! Ah, e quando… quando è successo? (resta in ascolto) Ieri sera. Sì, sì, professo’ ho sentito un via vai di ambulanze, ma ormai non essendoci traffico non ci faccio più caso. Quelle si sentono o ambulanze, o sirene delle polizia, o qualche camion dei pompieri… (resta in ascolto). Addirittura una famiglia intera… (resta in ascolto) tutti contagiati… (resta in ascolto) è uscito pure sul giornale. No, non lo sapevo perché io il giornale non lo leggo, ormai lo tengo come cattivo augurio. Ve l’ho detto, fa parte della mi teoria del distanziamento… (resta in ascolto). Sì, professo’ è proprio una teoria, un sistema, mo’ adesso a parlarne con voi che siete un professore veramente mi metto in soggezione, ma ho creato un assioma preciso. Del resto, scusate, noi siamo l’esempio perfetto di quello che vado predicando da anni… (resta in ascolto).  In che senso? Nel senso che fra di noi non può succedere niente di spiacevole fino a che avremo l’intelligenza di mantenerci a distanza di sicurezza. La distanza fra i balconi, da qua a voi possono essere 4-5 metri, fornisce una duplice garanzia. La prima riguarda la vista. Ammettiamo che io esco con il pantalone macchiato di sugo, voi non ve ne accorgete e io non faccio brutta figura e la seconda invece riguarda l’udito. (Il professore non ha sentito e lui alza la voce) L’udito, l’udito, professo’…  avete visto, lo sforzo che facciamo entrambi nell’ascoltarci è propiziato dall’essere lontani. Se fossimo nella stessa stanza, come succede a me con mia moglie, io parlerei e voi non mi ascoltereste. La teoria professò, dice che tutto quello che vediamo, tutto che ascoltiamo, tutto quello che gustiamo, che tocchiamo, che annusiamo… E’ passato, professo’… (si sistema la macchinetta, fa una serie di operazioni rituali, fino a riempire la tazzina di caffè. Mescola e prende in mano la tazzina). State servito. Tutto, pure questo caffè più resta lontano dalle labbra e più è buono. (Lo assaggia). Mamma mià… che schifezza… mi sono consolato… 

Lo vedete, il problema nostro nasce quando siamo troppo vicini. Paradossalmente, in questo periodo, professo’… siamo stati troppo vicini (fa intendere con la moglie)… Capitemi! (Accende la sigaretta. Al professore che gli avrà rivolto qualche domanda) Come?… (Rimane in ascolto)  Professo’, ma voi mi volte provocare? Ma figuratevi se io con tutti i pensieri che mi passano per la testa mi potevo preoccupare dei panni che Carmela stende sopra la loggia. Per me può stendere i capi di biancheria di tutto San Potito. Io piuttosto sto facendo i capelli bianchi perché avevo messo su una pensione e qua ci vorranno altri sei sette mesi per vedere i primi clienti. Ecco, professò’, i fantasmi di cui parlate voi sono loro, quelli che dovevano prendere in fitto una camera alla Pensione Lojacono. Quelli, sì, quelli sono spariti, veramente… anzi, pardon, non sono mai apparsi. Sì, (Rimane in ascolto per più fiati) Non… (Rimane in ascolto)  Non… (Rimane in ascolto)  Giusto… Non… (Rimane in ascolto per più fiati) Professò per favore fatemi parlare…  Non metto in dubbio quello che voi mi dite, ma pure se la situazione dovesse risolversi da un momento all’altro se non arriva qualche aiuto a me qua mi trovano scheletrito. Io non posso uscire, non ho come mangiare, capirete bene che l’unica cosa che mi rimane siete voi.

Speriamo che non vi contagiate!

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Eduardo alle elezioni.

Eduardo e il Piano Marshall