Il Diario dei Fantasmi. A Caccia di una messinscena. Parte I/2

In genere, quando si parla di fantasmi, la prima domanda è: ci credi o no? E subito si creano gli schieramenti, i partiti.

Eh, sì, certo. Io li vedo…ma va, solo i bambini ci possono credere e le persone ingenue, ma molto ingenue…, quasi stupide!

Io propongo una strada diversa.

Un gioco. O quasi. Il gioco dei Fantasmi. No, non quello dove tutti ci mettiamo un lenzuolo bianco addosso, ci nascondiamo e poi vediamo chi fa paaura a chi…NO. Stabiliamo insieme, invece, una specie di statuto dei fantasmi. Per essere fantasma c’è bisogno di precisi requisiti. Li dobbiamo solo individuare. Una volta stabilito, anche nei dettagli, come deve essere un fantasma per essere un vero fantasma, ognuno di noi poi vede se ne ha mai conosciuto, incontrato o almeno visto da lontano qualcuno.

Allora, comincio io. Prima di tutto: dove vivono i fantasmi? Quando ero piccola i miei fratelli e i loro amici mi portavano in una casa diroccata, dicendomi che lì c’erano i fantasmi. E misuravano la loro paura su quella che riuscivano a suscitare in me. Oltre alle case abbandonate, ancor meglio se diroccate, ci possono essere i castelli come dimore ideali per i nostri fantasmi. Nostri? Vedete che succede, a forza di parlarne, già siamo entrati un po’ in intimità! Boh, non lo so. Di castelli ho poca esperienza, ma mi sembra roba più letteraria. Forse è più interessante capire se e quando le case normali, le nostre case, possono essere abitate da fantasmi. Mia madre, quando è morto mio padre, diceva: magari ci fossero i fantasmi….

Sì, va bene. Ma noi abbiamo deciso che partiamo dall’ipotesi che i fantasmi esistono, solo alla fine, poi, vedremo se l’ipotesi è vera o no. Allora, le nostre case. Un fantasma può vivere in una casa normale? Le famiglie numerose lo infastidiscono? Preferisce le persone sole? O basta che ci sia almeno qualcuno, come dire, un po’ disturbato, inquieto, più sensibile degli altri…più infelice. E sì, perché le persone felici sono distratte, figuriamoci se vedono i fantasmi!

Un’altra cosa è importante. Ammesso che i fantasmi possano vivere nelle case normali, queste case devono essere vecchie? Cioè, una casa di recente costruzione è priva di fantasmi? Eh no, perché stabilire questo è di estrema importanza. Soprattutto per il mercato immobiliare! La regola potrebbe essere che il primo abitante (deve essere proprietario o può essere solo abitante?), che muore lì, diventa il fantasma. Una specie di nuovo padrone di casa… E se si vende quella casa non si creano dei conflitti con i nuovi proprietari? Sì, comunque questi sono dettagli. Non ci perdiamo. Volevo solo darvi uno spunto di riflessione.

La seconda questione importante è che, per essere fantasma, devi essere morto. Su questo non ci sono dubbi. Nessuna perplessità. È una di quelle verità che non hanno bisogno di spiegazioni. È come quando un bambino ti dice: è così, e basta! Che poi, a pensarci bene, anche tanti adulti lo dicono. Allora, morto devi essere. Ma da quanto tempo? Un morto recente forse no, sarebbe un po’ come la casa nuova… Ci potrebbe essere un tirocinio di morte. Una sorta di corso di formazione. 

Beh, mi fermo qua. C’è un limite di tempo per pensare ai fantasmi, altrimenti si rischia troppo. Ve ne sarete già accorti…

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Prima voce di un’anima inutile