Kuroko. IV giornata di Primavera

Non mi capita spesso di parlare di scenografia. Ancor meno vedendo un festival come Primavera dei Teatri, dove generalmente la scena non gioca un ruolo centrale. Non mi capita di parlarne un po’ perché non è mio mestiere, un po’ perché le scene costano e non sono moltissime le giovani compagnie che possono permettersi la spesa.

Per La ragione del Terrore, invece, inizierei proprio dalle scene di Bruno Soriato, che dimostrano, se mai ve ne fosse bisogno, come il mondo sia espressione dei suoi luoghi.

Sono proprio i luoghi, in molte circostanze, a determinare l’esattezza delle storie. Nel racconto di Michele Santeremo, prima le grotte, poi la casa dettano la misura del mondo. Un mondo vitruviano rovesciato, dove l’uomo non è rappresentato da geometrie perfette, bensì intrappolato in linee disordinate ed irregolari. Lo spazio costringe gli attori e gli uomini a piccole porzioni di luce, a gesti impervi che creano cattiveria ed odio.

La ragione del terrore sembra ineluttabile destino di un racconto che si ripete sempre uguale. Se Michele Cipriani è voce profonda della storia, Rosaria Ponzetta pare incarnare il corpo stesso delle parole, suggerendo una relazione immancabile fra il sogno e il gesto.

Resta il dubbio, ma forse solo a chi scrive, sulla scelta sistematica di esclusione del dialetto, che rimane comunque come eco, e su un finale che non mantiene esattamente ciò che la drammaturgia aveva promesso.

LA RAGIONE DEL TERRORE

uno spettacolo di Koreja
testo di Michele Santeramo
regia Salvatore Tramacere
con Michele Cipriani Maria Rosaria Ponzetta
assistente alla regia Giulia Falzea
scene e luci Bruno Soriato
sonorizzazione Giorgio Distante
realizzazione scene Mario Daniele
tecnici Alessandro Cardinale Mario Daniele
organizzazione e tournee Laura Scorrano Georgia Tramacere