Kuroko. IV giornata di Primavera.

Scena Nuda mantiene ciò che promette. Quattro sedie, un tavolo nero e pochi oggetti di attrezzeria sono sufficienti a raccontare la storia di Mario, Barbara, Linda e e Paul. La drammaturgia di Philipp Löhle, autore di lingua tedesca, propone un testo che ha come centro i pregiudizi dell’occidente europeo verso gli immigrati.

Filippo Gessi, Saverio Tavano, Teresa Timpano, Stefania Ugomari di Blas sono bravi a restituire le asprezze di un linguaggio che in alcuni casi si avvita su se stesso, proprio come le nostre continue discussioni su temi dell’accoglienza, dell’integrazione, dei respingimenti, dei primati imposti all’opinione pubblica dalla quotidiana cronaca politica.

I ritmi serrati e i continui cambi di atmosfera aiutano lo spettatore a restare dentro la narrazione. La regia è pulita e si fa apprezzare per la coerenza con cui segue il testo. Qualche parola di troppo, non certo più delle mie, e un omicidio che tinge di giallo la vicenda sono i limiti di un’operazione coraggiosa che merita il prestigio del festival.

Anche stasera si è fatto tardi.

di Philipp Löhle
traduzione di Umberto Gandini
regia Andrea Collavino
con Filippo Gessi, Saverio Tavano, Teresa Timpano, Stefania Ugomari di Blas
light designer Roberto Vinattieri
assistente alla regia Daniele Palmeri
co‐produzione La Contrada Teatro Stabile di Trieste / Scena Nuda
in collaborazione con Civica Accademia D’arte drammatica Nico Pepe di Udine