Buona condotta del 3 gennaio 2019

Non vi è quasi più nulla di definitivo. Nemmeno l’orario scolastico.

L’orario definitivo delle lezioni è generalmente una pratica da sbrigare fra ottobre e novembre: nelle mie esperienze emiliane mi è capitato raramente di traghettare il mese di novembre con un orario provvisorio.

La pratica didattica non è una buona amica della routine, ma l’orario è uno di quei punti fermi necessari a docenti e studenti per organizzare la vita a scuola e fuori da essa.

Del resto sapere che l’indomani ci sarà una giornata impegnativa consente a professori ed allievi (almeno quelli più coscienziosi) di prepararsi.

La provvisorietà oggi è diventata uno stato e la scuola, almeno quella della mia terra, non sfugge all’imperativo categorico della liquidità.

La befana ci porterà probabilmente un nuovo orario e probabilmente un rinnovato cominciamento.

Ci sarà da rimodulare gli impegni di italiano e storia, determinare le verifiche settimanali, stabilire un’ora di ricevimento, riprogrammare gli orari della sveglia e fissare chi dovrà accompagnare e prendere Ismaele.

E’ davvero un anno tutto nuovo.

Chissà se un giorno, fra un buco ed un altro, la nostra scuola pubblica sarà capace di programmare per tempo un viaggio senza troppe soste: una visione senza troppa propaganda.