Quello che vorrebbero farmi credere, in certe riunioni organizzate il giorno prima per il giorno dopo, iniziate con oltre trenta minuti di ritardo, che il mio lavoro si possa programmare a partire da schemi ministeriali di dubbia provenienza.
Intenderebbero, in barba ad ogni dettato costituzionale, e scavalcando ogni principio di buon senso, segmentare e settorializzare il sapere inutile della letteratura a vantaggio di qualche scopo comunicativo di natura prettamente commerciale.
Non servirebbe scomodare l’antica divisione fra otium e negotium per comprendere l’assurdità di tale pretesa, eppure quello che regolarmente avviene in questi patetici incontri è esattamente questo.
Del mio lavoro è questa la croce più pesante da portare.