La buona condotta del 7 giugno 2019.

Ho sempre guardato con sospetto i finali ben stirati di certi spettacoli. E’ come se qualcuno avesse deciso per tutti lo spirito della scena. Come se non ci fosse spazio per un respiro diverso, per un volto girato non a favore di obiettivo.

Io non sono bravo con i finali, e temo che dovrò accontentarmi di un finale provvisorio. La mia ultima lezione in prima è un pasticcio fatto di qualche domanda a qualche allievo che proprio non si deve bocciare, una lettura dell’Addio ai monti di Manzoni, un’ultima inutile predica e un saluto.

Troppe cose assieme e troppo in fretta per godersi gli ultimi sguardi torvi di chi non ho convinto. Nell’aula restano interrogativi a cui nessuno potrà più offrire una risposta. Dopo la campana i se prendono coraggio e vengono ad affollare una borsa ancora piena di quaderni che non ho potuto restituire.

E’ stata una delle sfide più complesse della mia carriera.

Naturalmente ho perso.

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