La buona condotta del 6 giugno 2019.

E’ come per i marinai avvistare la terra. L’approdo a giugno non ha altro paragone possibile che questo. Probabilmente non c’è nulla di più incomprensibile, per chi guarda dalla terra, della gioia dei marinai che scendono dalla nave. Quelli rimasti nelle proprie case hanno immaginato un viaggio all’insegna della scoperta e dell’avventura e scoprono invece la stanchezza. Certi marinai, che pure avevano iniziato il viaggio pieni di speranza, sono segnati sul viso dal vento, rotti nelle ossa, malfermi sulle proprie gambe. Nelle giornate migliori hanno riso, scherzato, imparato a legare le corde con un nuovo nodo, ma tante volte la noia ha vinto la luna, e la meraviglia del primo incontro con la balena ha lasciato spazio all’ennesimo inseguimento. Non c’è nessun capitano che possa vincere la routine dell’ennesima passeggiata sul ponte, dell’ennesimo peschereccio, di un orizzonte che promette una bonaccia perenne e prevedibile.

La verità è che le mancanze nascono come i fiori e hanno bisogna di acqua, di cure e di qualche periglio: la scuola non cura, non offre pericoli ed è rimasta a secco.

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