La buona condotta del 3 dicembre 2019.

Da ieri si fa un gran parlare delle risultanze Ocse Pisa 2018, pubblicate dal sito INVALSI (qui potete trovare tutti i dati, in calce le sole sintesi).

Devo dire che il dibattito mi appassiona poco e che al solito, dietro il chiacchiericcio della retorica sulla scuola, si affacciano nei giornali e nei cinegiornali gli spettri dell’ignoranza dell’analfabetismo di massa e del fallimento imminente.

Sia chiaro, i dati non sono entusiasmanti e l’attenzione a questi fantasmi non è da seduta spiritica, ma quello che arriva dai balconi della politica è al solito una rappresentazione fittizia che non somiglia per nulla al lavoro che faccio tutti i santi giorni e soprattutto non lascia speranza di attenzione e di costruttivo dialogo.

Vale comunque la pena di ribadire, anche alla luce di questi dati, la centralità del nostro sistema scolastico, evidenziando alcune storture che ormai appartengono non al pianeta scuola, ma all’universo modo.

La prima riguarda lo scarto fra il risultato che produce la nostra istruzione nazionale e lo sforzo di studenti ed insegnanti. Se i test Ocse-Pisa fotografano, in maniera più o meno oggettiva, i livelli di competenza raggiunti dei miei allievi non possono (e credo non vogliano) essere utilizzati come la prova schiacciante dell’inefficienza del sistema scolastico. Dal balcone di queste pagine non si è mai festeggiato per l’abolizione dell’ignoranza (che a questo punto verrà dopo quella della povertà) e non s’intende fare proclami di nessun tipo. Le cose non vanno come dovrebbero e nell’ultimo decennio siamo costretti a registrare un calo, l’ennesimo, seppure poco significativo.

La seconda riguarda una doppia ingiustizia, che da queste pagine rincorro con puntuale attenzione. Cioè la forbice fra Nord e Sud, fra Istituti Tecnico/Professionali e Licei. La distanza cresce nel Paese e nelle articolazioni scolastiche. E’ un segno preoccupante, che almeno a mio avviso, rischia di condannare la scuola ad una sostanziale insignificanza.

Rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale resta il fine ultimo di quello che Calamandrei aveva definito come un organo costituzionale.

La terza stortura è segnata sulla pelle dei nostri figli e riguarda, ancora una volta, la qualità del dibattito pubblico, centrato sempre più sui risultati e sempre meno sulla qualità del processo.

E’ così, amici, che i cuochi di bassa cucina si preparano a trasformare anche la scuola in una pietanza sciapa: in televisione del resto il sapore di un piatto non è determinante.

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Sintesi dei risultati italiani Ocse – Pisa 2018

Iconografia dei risultati italiani Ocse – Pisa 2018