Kuoko. Primavera solo alla III giornata.

Ho conosciuto Mariano, Serena e Stella, nell’ordine, nella primavera sassolese del 2014. Mariano mi fu presentato da un’amica comune, Serena Lenzotti. Da allora, oltre a ringraziare Serena, ho avuto il piacere di vederli lavorare in più occasioni. La prima volta nella ideazione e realizzazione di un laboratorio di teatro sociale, promosso dall’Arci Modena e AGIM – Associazione della Generazione Italo Marocchina (con il sostegno della Regione Emilia Romagna, con il patrocinio di Ministero per l’Integrazione, Regione Emilia Romagna, Provincia di Modena, Comune di Sassuolo) destinato a tutta la comunità, senza limiti di età. Il saggio, proposto con un evento pubblico all’Auditorium Bertoli, mi colpì soprattutto per il lavoro fatto sui testi, che lasciavano intravedere una lima non comune.

Da allora credo di poter dire che ho frequentato il teatro della Piccola Compagnia Dammacco con il rispetto che si deve a seri professionisti dello spettacolo.

La mia stima si tradusse nella richiesta di inaugurare la I stagione del rinato Teatro Temple: L’inferno e la Fanciulla fu il primo spettacolo andato in scena al Temple, nei primi giorni di novembre del 2014, con i riscaldamenti ancora non perfettamente funzionanti e l’imbarazzo di aver lasciato al freddo Serena durante la prova generale.

L’anno dopo, Esilio, secondo passo della “Trilogia della Fine del Mondo”, inaugurò nuovamente la stagione di InCertiTeatri; per un lungo periodo Mariano, Serena e Stella ebbero le chiavi del Temple e incontrarono i ragazzi che frequentavano l’associazione CREA, regalando ai nostri laboratori un’ispirata magia. Ricordo anche un’infelice discussione prima dell’inizio della III stagione. In quell’occasione non riuscimmo a trovare la giusta misura, ma ciononostante la gioia per i loro successi non è mai venuta meno alla mie labbra.

La felicità di ritrovare la loro onesta professione nella terza giornata affannata ritardataria di Primavera è stata pari all’amore che ha conosciuto qualche inciampo.

Del resto nella drammaturgia non si può prescindere dal conflitto e probabilmente la scelta più naturale per evocarlo è quello di chiamare in causa le relazioni di coppia.

L’amore di Spezzato è il cuore della bellezza procede per frammenti, registra discussioni, narra fatti, riporta pensieri ed ipotesi, inscena balletti più o meno ingombranti. Discussioni, fatti, pensieri, ipotesi sono naturalmente plurali, e alcune volte viene difficile comprendere, nel gioco del triangolo amoroso, gli specifici ruoli di lui, di lei e dell’altra.

Ne viene fuori un gioco surreale, che lascia lo spettatore sprovvisto di consigli. L’abbandono è solo un movimento dell’amore, quello stupefacente di Serena, che continua a fuggire fra una gamba e l’altra, fra una posizione e il suo opposto. L’unico che non conosce crisi è il testo di Mariano, cucito perfettamente addosso ai due personaggi interpretati magistralmente dalla Balivo.

La conferma, insomma, semmai vi fosse bisogno, che la Piccola Compagnia Dammacco si può considerare a ragione una delle compagnie più interessanti di questa complicata stagione.

Saluto Stella, che mi riconosce nonostante la mascherina.

– Bravi. Complimenti davvero, saluta Mariano e Serena.

PICCOLA COMPAGNIA DAMMACCO

SPEZZATO È IL CUORE DELLA BELLEZZA (75’)

ideazione, drammaturgia e regia Mariano Dammacco

con Serena Balivo

e con Mariano Dammacco, Erica Galante

disegno luci Stella Monesi

produzione Piccola Compagnia Dammacco / Infinito srl con il sostegno di Mibact e di L’arboreto-Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di residenza Emilia-Romagna, Centro di residenza della Toscana (Armunia-CapoTrave/Kilowatt) e con la coproduzione di Operaestate Festival Veneto