Il sabato del villaggio del 23 novembre 2019.

Da qualche giorno, sui social media, fa capolino la foto di una donna, Daniela Carrasco, trovata morta il 20 ottobre scorso. Si tratta di una foto particolarissima perché ritrae la giovane trentaseienne, diventata simbolo delle proteste in Cile, in un abito da clown e con il viso truccato alla maniera del pagliaccio. L’artista cilena, nota come El Mimo, è stata rinvenuta impiccata ad una recinzione del parco André Jarlan, nel comune di Pedro Aguirre Cerda, alla periferia di Santiago del Cile. Si tratterebbe di una vera e propria esposizione di cadavere, un monito ai manifestanti che da oltre un mese assediano la capitale cilena per protestare contro le inefficienze del sistema sanitario il caro vita e l’approvazione della legge sull’aumento del biglietto della metropolitana di Santiago nell’ora di punta.

Il Presidente Piñera ha risposto con il dispiegamento dell’esercito, l’introduzione del coprifuoco. Il risultato? Violenze, morti e centinaia di feriti durante le rappresaglie, tanto da costringere  Amnesty International ad una nota in cui si parla apertamente di torture, maltrattamenti  e dell’uso di una forza non necessaria da parte dei carabineros durante le manifestazioni.

Quello che più sorprende di tutta questa storia è l’accusa della rete di attrici cilene che sostiene che Daniela sia sta prelevata dalle forze di polizia il 19 ottobre a meno di ventiquattro ore del suo ritrovamento. Ad un calabrese non può non venir in mente una celebre aria di Ruggero Leoncavallo, Montaltese di adozione, che invita a tramutare in lazzi lo spasmo ed il pianto, in una smorfia il dolore.

Ridi, continua a ridere, Daniela, ridi del tuo amore infranto, ridi del duol che ti avvelena il cor!

Ridi: una risata li seppellirà!

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