Il sabato del villaggio del 10 novembre

Per una volta faremo a meno della scomodità, o forse ne racconteremo un’altra, visti i tempi.

Si chiama Luca Trapanese. E’ single, omosessuale separato e forse buonista. Non risponde insomma al canone Dio, Patria, famiglia del rinato nazionalismo di stampo leghista.

Eppure, nonostante la mostruosità del suo curriculum, la sua storia, raccontata dal Corriere della serae ripresa da diverse testate, è una di quelle che lascia una goccia di splendore.

Luca, dopo la separazione dal suo compagno, ha proseguito nel suo sogno di diventare padre (o madre poco importa) e ha fatto richiesta nel registro speciale che consente ai single di adottare in condizioni particolari. Chissà se il Ministro degli Interni e quello della vera famigliasono a conoscenza di un tale, infame, registro…

Si dà il caso che a volte l’ignoranza di alcuni può essere propizia e così a casa di Luca è arrivata la piccola Alba, una creatura affetta dalla sindrome di down, abbandonata dopo il parto e in adozione rifiutata da sette famiglie. 

Luca avrà approntato la sua stanzetta, sistemato qualche peluches, rimediato una piccola culla e preparato le sue braccia. Le sue sono braccia forti: a Napoli aveva lavorato per fondare A ruota libera, associazione che si occupa di ragazzi down.

Quando arriva un figlio – dice Luca – hai tante aspettative, vuoi che sia migliore di te, che faccia cose grandiose… il disabile distrugge queste aspettative, è il simbolo di un fallimento genetico. Poi quasi sempre diventa un figlio amatissimo. Io non ho vissuto questo drammatico inizio, ero già preparato. 

Ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò. Fallirò ancora. Fallirò meglio.

Se solo fossimo preparati come Luca, sarebbe meraviglioso.

Buona domenica.

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