Il prezzo dell’immaginario

Quanto può costare ad una comunità l’immaginario?

In queste sere di dicembre mi è capitato spesso di andare a teatro. In alcune occasioni ho addirittura deciso di scrivere delle piccole note sugli spettacoli, in altre ho, più semplicemente, affidato a questo blog delle banalissime sensazioni.

Annotare pensieri è diventato un modo di trascorrere i giorni. Un rimedio alle vertigini del vivere. Un tentativo di prolungare, in una forma riconoscibile, uno scambio sempre ricattato dal tempo. Decenni addietro, fermarsi a parlare, argomentare, discutere era possibile. Oggi, per colpa mia più che di altri, il silenzio, o peggio il sarcasmo, si sostituisce ad un confronto sacrosanto.

Spesso mi capita di domandarmi se è consesso scrivere tutto, se è giusto e necessario affidare alla parola ogni tipo di dubbio.

Il fatto è che lo spettacolo di questa sera di Giancarlo Giannini, “ Le parole note”, con Marco Zurzolo & Quartet, al Teatro Sybaris di Castrovillari,(organizzato dall’Associazione Culturale “Novecento Teatri”, nella  XVII rassegna Rassegna di Teatro e Musica appuntamento di Primafila, diretta da Benedetto Castriota) è un evento così importante, per una piccola comunità come la nostra, da meritare un approfondimento a scanso di equivoci.

Punto uno. L’attività dell’amico Benedetto Castriota e dell’associazione Novecento Teatri è un’attività meritoria. Rischiare capitali propri per organizzare eventi culturali è certamente un pregio non trascurabile di chi con coraggio ha accettato la sfida della gestione del Teatro Sybaris.

Punto due. Giancarlo Giannini è un attore indiscutibile. La sua voce ha contribuito all’immaginario musicale del cinema internazionale. Centinaia di film che abbiamo amato hanno nella voce del Maestro Giannini un elemento determinante di bellezza.

Punto tre. Marco Zurzolo e la sua band sono eccellenze della musica italiana. Musicisti superlativi.

Detto ciò, senza alcuna pretesa ultimativa, credo sia corretto, almeno per quel che mi riguarda, affermare che lo spettacolo di questa sera non è un un buon viatico per la nostra comunità.

Le ragioni di questa affermazione risiedono nel fatto che non si riesce a rintracciare, almeno il sottoscritto non riesce a rintracciare l’urgenza narrativa dell’allestimento. Il viaggio nella poesia sulla donna, dichiarato esplicitamente dal grande attore, è spesso contraddetto nelle letture.

I siparietti con Marco Zurzolo sono spesso leziosi. In alcuni casi i musicisti parlano fra di loro, mentre Giannini legge, o più spesso sono impegnati a capire cosa devono fare durante la lettura.

Un concerto di un quartetto come quello presente questa sera a Castrovillari può costare circa 3.000 euro. La presenza del Maestro Giannini quadruplica il prezzo. Nulla da dire se il moltiplicatore è frutto di un lavoro determinante dell’attore, se lo spettacolo ne ricava un carattere. Ma se questo non succede? Se il carattere è solo una tonalità studiata, un modo di porgersi, allora vale la pena investire così tanti danari per un evento del genere?

Ieri, al Teatro della Chimera, piccola sala diretta da Fabio Pellicori e organizzata da Carla Monaco, è andato in scena un secondo studio di Canto anche se non mi ascolti, un minuto spettacolo di Francesca Vico, giovanissima attrice, impegnata nella sua formazione fuori città. C’era molta più cura, attenzione, amore per il teatro in quella piccola sala e in quel piccolissimo lavoro che nelle parole note del Maestro Giannini.

Buona fine e buon principio.

(Francesca Vico, foto di Carlo Maradei)