Buona condotta del 27 febbraio 2019
27 Febbraio 2019
Mi capita raramente di conversare con i Dirigenti degli istituti in cui svolgo il mio servizio. Lo faccio quando è assolutamente indispensabile oppure quando avverto la necessità di coinvolgere la scuola nelle attività che mi capita di fare fuori dalle sue mura.
Oggi è accaduto.
Mentre parlavo con la mia Preside, la conversazione è stata interrotta da una telefonata.
I presidi ricevono centinaia di telefonate al giorno e non è certo semplice convivere con le miserie di una continua interruzione. Forse sono proprie le interruzioni moleste la tortura peggiore a cui docenti e presidi sono sottoposti.
Penso che forse, se si mettesse fine all’orrido fastidio delle continue emergenze, si potrebbe tornare ad incontrarsi sulla soglia della benevolenza.
La voce al telefono è quella di una mamma: la figlia vuole lasciare la scuola e chiede quale sia l’iter da seguire. Le parole dello scorso incontro non sono servite a dissuadere Giorgia dal suo proposito.
La telefonata si chiude con i saluti di rito: il mio pensiero si spezza.
La scuola è un presidio medico: le emergenze sono la priorità.
Bisogna organizzarsi ed offrire un colore, uno di quelli con cui mio figlio individua le quantità numeriche dei regoli.