La condotta civica dei primi giorni di agosto.

Pa parà parà parà pa pa’

Pa parà parà parà pa pa’

In questi giorni, l’aula del Senato ha approvato in via definitiva il ddl sull’introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica. Il provvedimento è passato con 193 sì e 38 astenuti.

Saranno 33 le ore a partire dal 2019/2020 e ci sarà un voto in pagella.

Fratelli d’Italia, 
L’Italia s’è desta; 
Dell’elmo di Scipio 
S’è cinta la testa. 
Dov’è la Vittoria? 
Le porga la chioma; 
Ché schiava di Roma 
Iddio la creò.

Gli studenti dovranno studiare la Costituzione, le istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; dovranno avere cognizione del significato della nostra bandiera e degli inni che capita di cantare durante le partite di calcio o ultimamente in versione disco al Pepeete; dovranno avere consapevolezza delle nozioni fondamentali del diritto, dovranno essere educati al rispetto ambientale, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari;

Attraverso lo studio di questa disciplina si prepareranno i giovani alla cultura della legalità e al contrasto delle mafie.

Stringiamoci a corte! 
Siam pronti alla morte; 
L’Italia chiamò.

Ora, messi da parte gli inni trionfalistici (che tra le altre cose proseguono con gravi difficoltà di memoria), mi sarebbe piaciuto raccontarvi con dovizia di particolari l’inganno della reintroduzione dell’Educazione Civica a scuola ma mi sono imbattuto però in un’articolo del Professor Antonio Brusa (che potete leggere qui) e mi pare, nonostante gli sforzi, che non ci fosse nessun bisogno di peggiorarlo con le mie parole.

Mi limiterò a due considerazioni, una largamente usata nel documento sopra riportato: si provvede all’attuazione della riforma, si legge all’articolo 13, nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Cioè non si faranno 33 ore di Educazione Civica sommandole a quelle già nel quadro orario. Non saranno in più per capirci. Si dovranno fare 33 ore di Educazione Civica, restando a scuola lo stesso tempo e utilizzando i docenti che ci sono a disposizione.

Una torta in più con gli stessi ingredienti!

Vi pare possibile?

La seconda considerazione invece è di natura squisitamente didattica.

Mi chiedo come si concilia la diminuzione delle ore di storia nel primo biennio, l’abbandono del tema storico nell’esame di Stato con questa decisione?

L’educazione civica era stata introdotta nelle scuole nel 1958 per volere di Aldo Moro. Ricorda Brusa: “Il testo di Moro non condivide quasi nulla con quello di Bussetti. La diversità riguarda, da una parte, il concetto di educazione civica, e, dall’altra, il suo rapporto con la storia […] è con la storia che l’educazione civica “ha dialogo più naturale, e perciò più diretto, essendo a questa concentrica”.

Questo “dialogo” diventa più chiaro cinque anni dopo, nel 1963, quando si rivendicano i profondi nessi esistenti fra storia ed educazione civica.

Quello che appare chiaro è che l’educazione Civica non può certo essere confinata nel campo della disciplina e del voto, ma deve necessariamente sostanziarsi dei Principi Costituzionale redatti dai nostri padri costituenti. Tali principi sono i fondamenti stessi della convivenza civile e della cultura del Diritto, almeno per come l’abbiamo conosciuta noi, prima del nostro Ministro degli Interni.

E’ civile arrestare una ragazza che legge la Costituzione a poliziotti schierati dallo Stato? E’ civile bendare un imputato per omicidio? Un cittadino che protesta, urla, strepita per difendere un suo diritto che ritiene leso è ancora un buon cittadino? Che voto daremo a un allievo che durante tutto l’anno si è battuto aspramente contro un docente o contro un dirigente ritenendo che questi lo abbiano privato di un suo precisa prerogativa garantita dalla Costituzione?

Non rischiamo, con questa legge, di trasformare in una disciplina specifica, ciò che un tempo s’identifica con la stessa formazione umana e culturale del soggetto?

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme;
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò.

_______________

DISEGNO DI LEGGE APPROVATO.
Art. 1.
(Princìpi)

1. L’educazione civica contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri.

2. L’educazione civica sviluppa nelle istituzioni scolastiche la conoscenza della Costituzione italiana e delle istituzioni dell’Unione europea per sostanziare, in particolare, la condivisione e la promozione dei princìpi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale, diritto alla salute e al benessere della persona.

Art. 2.

(Istituzione dell’insegnamento dell’educazione civica)

1. Ai fini di cui all’articolo 1, a decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della presente legge, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione è istituito l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, che sviluppa la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali della società. Iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile sono avviate dalla scuola dell’infanzia.

2. Le istituzioni del sistema educativo di istruzione e formazione promuovono l’insegnamento di cui al comma 1. A tal fine, all’articolo 18, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, le parole: « di competenze linguistiche » sono sostituite dalle seguenti: « di competenze civiche, linguistiche ».

3. Le istituzioni scolastiche prevedono nel curricolo di istituto l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, specificandone anche, per ciascun anno di corso, l’orario, che non può essere inferiore a 33 ore annue, da svolgersi nell’ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti. Per raggiungere il predetto orario gli istituti scolastici possono avvalersi della quota di autonomia utile per modificare il curricolo.

4. Nelle scuole del primo ciclo, l’insegnamento trasversale dell’educazione civica è affidato, in contitolarità, a docenti sulla base del curricolo di cui al comma 3. Le istituzioni scolastiche utilizzano le risorse dell’organico dell’autonomia. Nelle scuole del secondo ciclo, l’insegnamento è affidato ai docenti abilitati all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche, ove disponibili nell’ambito dell’organico dell’autonomia.

5. Per ciascuna classe è individuato, tra i docenti a cui è affidato l’insegnamento dell’educazione civica, un docente con compiti di coordinamento.

6. L’insegnamento trasversale dell’educazione civica è oggetto delle valutazioni periodiche e finali previste dal decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, e dal regolamento di cui al decreto del Presidente

della Repubblica 22 giugno 2009, n. 122. Il docente coordinatore di cui al comma 5 formula la proposta di voto espresso in decimi, acquisendo elementi conoscitivi dai docenti a cui è affidato l’insegnamento dell’educazione civica.

7. Il dirigente scolastico verifica la piena attuazione e la coerenza con il Piano triennale dell’offerta formativa.

8. Dall’attuazione del presente articolo non devono derivare incrementi o modifiche dell’organico del personale scolastico, né ore d’insegnamento eccedenti rispetto all’orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti. Per lo svolgimento dei compiti di coordinamento di cui al comma 5 non sono dovuti compensi, indennità, rimborsi di spese o altri emolumenti comunque denominati, salvo che la contrattazione d’istituto stabilisca diversamente con oneri a carico del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa.

9. A decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della presente legge, sono abrogati l’articolo 1 del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, nonché il comma 4 dell’articolo 2 e il comma 10 dell’articolo 17 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62.

Art. 3.

(Sviluppo delle competenze e obiettivi di apprendimento)

1. In attuazione dell’articolo 2, con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca sono definite linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica che individuano, ove non già previsti, specifici traguardi per lo sviluppo delle competenze e obiettivi specifici di apprendimento, in coerenza con le Indicazioni nazionali per il curricolo delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, nonché con il documento Indicazioni nazionali e nuovi scenari, le Indicazioni nazionali per i licei e le linee guida per gli istituti tecnici e professionali vigenti, assumendo a riferimento le seguenti tematiche:

a) Costituzione, istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale;

b) Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015;

c) educazione alla cittadinanza digitale, secondo le disposizioni dell’articolo 5;d) elementi fondamentali di diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro;

e) educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari;

f) educazione alla legalità e al contrasto delle mafie;
g) educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni;h) formazione di base in materia di protezione civile.

2. Nell’ambito dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica sono altresì promosse l’educazione stradale, l’educazione alla salute e al benessere, l’educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva. Tutte le azioni sono finalizzate ad alimentare e rafforzare il rispetto nei confronti delle persone, degli animali e della natura.

Art. 4.

(Costituzione e cittadinanza)

1. A fondamento dell’insegnamento dell’educazione civica è posta la conoscenza della Costituzione italiana. Gli alunni devono essere introdotti alla conoscenza dei contenuti della Carta costituzionale sia nella scuola dell’infanzia e del primo ciclo, sia in quella del secondo ciclo, per sviluppare competenze ispirate ai valori della responsabilità, della legalità, della partecipazione e della solidarietà.

2. Al fine di promuovere la conoscenza del pluralismo istituzionale, disciplinato dalla Carta costituzionale, sono adottate iniziative per lo studio degli statuti delle regioni ad autonomia ordinaria e speciale. Al fine di promuovere la cittadinanza attiva, possono essere attivate iniziative per lo studiodei diritti e degli istituti di partecipazione a livello statale, regionale e locale.

3. La conoscenza della Costituzione italiana rientra tra le competenze di cittadinanza che tutti gli studenti, di ogni percorso di istruzione e formazione, devono conseguire.

4. Con particolare riferimento agli articoli 1 e 4 della Costituzione possono essere promosse attività per sostenere l’avvicinamento responsabile e consapevole degli studenti al mondo del lavoro.

Art. 5.

(Educazione alla cittadinanza digitale)

1. Nell’ambito dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica, di cui all’articolo 2, è prevista l’educazione alla cittadinanza digitale.

2. Nel rispetto dell’autonomia scolastica, l’offerta formativa erogata nell’ambito dell’insegnamento di cui al comma 1 prevede almeno le seguenti abilità e conoscenze digitali essenziali, da sviluppare con gradualità tenendo conto dell’età degli alunni e degli studenti:

a) analizzare, confrontare e valutare criticamente la credibilità e l’affidabilità delle fonti di dati, informazioni e contenuti digitali;

b) interagire attraverso varie tecnologie digitali e individuare i mezzi e le forme di comunicazione digitali appropriati per un determinato contesto;

c) informarsi e partecipare al dibattito pubblico attraverso l’utilizzo di servizi digitali pubblici e privati; ricercare opportunità di crescita personale e di cittadinanza partecipativa attraverso adeguate tecnologie digitali;

d) conoscere le norme comportamentali da osservare nell’ambito dell’utilizzo delle tecnologie digitali e dell’interazione in ambienti digitali, adattare le strategie di comunicazione al pubblico specifico ed essere consapevoli della diversità culturale e generazionale negli ambienti digitali;

e) creare e gestire l’identità digitale, essere in grado di proteggere la propria reputazione, gestire e tutelare i dati che si producono attraverso diversi strumenti digitali, ambienti e servizi, rispettare i dati e le identità altrui; utilizzare e condividere informazioni personali identificabili proteggendo se stessi e gli altri;

f) conoscere le politiche sulla tutela della riservatezza applicate dai servizi digitali relativamente all’uso dei dati personali;

g) essere in grado di evitare, usando tecnologie digitali, rischi per la salute e minacce al proprio benessere fisico e psicologico; essere in grado di proteggere sé e gli altri da eventuali pericoli in ambienti digitali; essere consapevoli di come le tecnologie digitali possono influire sul benessere psicofisico e sull’inclusione sociale, con particolare attenzione ai comportamenti riconducibili al bullismo e al cyberbullismo.

3. Al fine di verificare l’attuazione del presente articolo, di diffonderne la conoscenza tra i soggetti interessati e di valutare eventuali esigenze di aggiornamento, il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca convoca almeno ogni due anni la Consulta dei diritti e dei doveri del bambino e dell’adolescente digitale, istituita presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ai sensi del decreto di cui al comma 4.

4. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca sono determinati i criteri di composizione e le modalità di funzionamento della Consulta di cui al comma 3, in modo da assicurare la rappresentanza degli studenti, degli insegnanti, delle famiglie e degli esperti del settore. L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza designa un componente della Consulta.

5. La Consulta di cui al comma 3 presenta periodicamente al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca una relazione sullo stato di attuazione del presente articolo e segnala eventuali iniziative di modificazione che ritenga opportune.

6. La Consulta di cui al comma 3 opera in coordinamento con il tavolo tecnico istituito ai sensi dell’articolo 3 della legge 29 maggio 2017, n. 71.

7. Per l’attività prestata nell’ambito della Consulta, ai suoi componenti non sono dovuti compensi, indennità, gettoni di presenza o altre utilità comunque denominate, né rimborsi di spese. Art. 6.
(Formazione dei docenti)

1. Nell’ambito delle risorse di cui all’articolo 1, comma 125, della legge 13 luglio 2015, n. 107, una quota parte pari a 4 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2020 è destinata alla formazione dei docenti sulle tematiche afferenti all’insegnamento trasversale dell’educazione civica. Il Piano nazionale della formazione dei docenti, di cui all’articolo 1, comma 124, della legge 13 luglio 2015, n. 107, è aggiornato al fine di comprendervi le attività di cui al primo periodo.

2. Al fine di ottimizzare l’impiego delle risorse e di armonizzare gli adempimenti relativi alla formazione dei docenti di cui al comma 1, le istituzioni scolastiche effettuano una ricognizione dei loro bisogni formativi e possono promuovere accordi di rete nonché, in conformità al principio di sussidiarietà orizzontale, specifici accordi in ambito territoriale.

Art. 7.

(Scuola e famiglia)

1. Al fine di valorizzare l’insegnamento trasversale dell’educazione civica e di sensibilizzare gli studenti alla cittadinanza responsabile, la scuola rafforza la collaborazione con le famiglie, anche integrando il Patto educativo di corresponsabilità di cui all’articolo 5-bis del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, estendendolo alla scuola primaria. Gli articoli da 412 a 414 del regolamento di cui al regio decreto 26 aprile 1928, n. 1297, sono abrogati.

Art. 8.

(Scuola e territorio)

1. L’insegnamento trasversale dell’educazione civica è integrato con esperienze extra-scolastiche, a partire dalla costituzione di reti anche di durata pluriennale con altri soggetti istituzionali, con il mondo del volontariato e del Terzo settore, con particolare riguardo a quelli impegnati nella promozione della cittadinanza attiva. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definite le modalità attuative del presente comma e sono stabiliti i criteri e i requisiti, tra cui la comprovata e riconosciuta esperienza nelle aree tematiche di cui all’articolo 3, comma 1, per l’individuazione dei soggetti con cui le istituzioni scolastiche possono collaborare ai fini del primo periodo.

2. I comuni possono promuovere ulteriori iniziative in collaborazione con le scuole, con particolare riguardo alla conoscenza del funzionamento delle amministrazioni locali e dei loro organi, alla conoscenza storica del territorio e alla fruizione stabile di spazi verdi e spazi culturali.

Art. 9.

(Albo delle buone pratiche di educazione civica)

1. Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca costituisce, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, l’Albo delle buone pratiche di educazione civica.

2. Nell’Albo sono raccolte le buone pratiche adottate dalle istituzioni scolastiche nonché accordi e protocolli sottoscritti dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per l’attuazione delle tematiche relative all’educazione civica e all’educazione alla cittadinanza digitale, al fine di condividere e diffondere soluzioni organizzative ed esperienze di eccellenza.

Art. 10.

(Valorizzazione delle migliori esperienze)

1. Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca indìce annualmente, con proprio decreto, per ogni ordine e grado di istruzione, un concorso nazionale per la valorizzazione delle migliori esperienze in materia di educazione civica, al fine di promuoverne la diffusione nel sistema scolastico nazionale.

Art. 11.

(Relazione alle Camere)

1. Il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca presenta, con cadenza biennale, alle Camere una relazione sull’attuazione della presente legge, anche nella prospettiva dell’eventuale modifica dei quadri orari che aggiunga l’ora di insegnamento di educazione civica.

Art. 12.

(Clausola di salvaguardia)

1. Le disposizioni della presente legge sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.

Art. 13.

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Le amministrazioni interessate provvedono all’attuazione della presente legge nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

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