KUROKO. II GIORNATA DI PRIMAVERA.

Non ammorbare le persone. Chissà se questo comando prescrittivo può applicarsi alla vita di un insegnante di lettere?

Angela arriva oggi, ma l’orario non è certo. I voli di questi tempi sono uno sforzo non trascurabile. Abbiamo stilato, assieme a Melina, una lista di cose da mangiare pronte per l’uso, da poter preparare all’occorrenza senza dover costringere l’ospite a particolari tempi di attesa.

Nella lista compaiono, fra le altre cose, le polpette di Melanzane di mia suocera e un minestrone a Kilometro zero.

Vince il minestrone.

Anche il Focus sui trent’anni di Scena Verticale si mostra nella sua composita varietà. La cose del resto che accadono nell’arco di oltre un quarto di secolo sono difficilmente riassumibili in un incontro di poco più di un’ora.

L’alta velocità della Gualtieri, profetizza la superficie, ma si deve pur scegliere un punto in cui rompere l’acqua.

Le attese per Danzando con il Mostro di Balivo/Dammacco/Latini sono più dl previsto e del prevedibile. Assieme a me ci sono tre allievi uno di loro entra in un teatro per la prima volta.

Dall’inizio si comprende che loro giocano un altro campionato e che il mostrese inventato da Dammacco è una lingua che si parlerà Sia nel futuro del passato che è già passato, sia il futuro del passato che ora è presente, che nel futuro del passato che è ancora futuro.

Sono 70 minuti di chiarissimo teatro, le invenzioni, i movimenti, la modulazione della voce, i contrappunti fra Serena Balivo e Roberto Latini sono una danza a servizio di un testo che si muove fra ironia e angoscia, fra estrema finzione e schiettissima realtà.

Le musiche di Gianluca Misiti, le luci di Max Mugnai, le scene e i costumi di Francesca Tunno prestano altre allucinazioni al mostro.

In piedi guardo il mio allievo che applaude. E’ sbalordito.

– Non ho capito tutto prof., ma mi è piaciuto molto.

Alla fine anch’io sono crollato a tavola, una tavolata con amiche di vecchia data.

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DANZANDO CON IL MOSTRO
Anteprima nazionale (75’)
uno spettacolo di e con Serena Balivo, Mariano Dammacco, Roberto Latini
drammaturgia Mariano Dammacco
musiche Gianluca Misiti
disegno luci e direzione tecnica Max Mugnai
scenografia e costumi Francesca Tunno
foto di scena Luca Del Pia
ufficio stampa Maddalena Peluso

produzione
Infinito, ERT / Teatro Nazionale, Compagnia Lombardi-Tiezzi
residenze artistiche presso Florian Metateatro, C.Re.a.Re Campania / Teatri Associati di Napoli, Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin 2022 – 2024, Centro di residenza della Toscana (Armunia-CapoTrave/Kilowatt)