Il sabato del villaggio del 4 luglio 2020

Non posso che ringraziare Antonello Fazio per questo avventuroso viaggio che ha raggiunto quota 34. Trentaquattro giornate, più questo ringraziamento, consacrate alla scrittura destinata al sabato. Ho provato a raccontare un episodio significativo del mio sentire settimanale, guardando alle gazzette del tempo. Alcune volte le voci che arrivavano al mio orecchio erano molto vicine, altre volte è stato più complicato decifrare i suoni che giungevano confusi e da mille parti diverse.
In questa prova ho imparato che la scrittura è un esercizio più complesso di quello che si crede e in alcune occasioni ho provato persino l’imbarazzo di dover scegliere fra un argomento e l’altro, fra una locuzione e un’altra, fra una parola ed il suo contrario. Quello che rimane non risolve un sentire confuso, ma pretende riconoscenza per la fiducia che Antonello mi ha voluto regalare senza alcun merito. Asterisco è stato per me una prova, scrivere resta un’impresa eroica e credo si debba essere eternamente grati al legno su cui si è rimasti aggrappati per due lunghi anni. Quel legno, per me, ha rappresentato l’unico modo per salvarmi dalla cronaca del tempo. Riformulare i fatti, passandoli dal setaccio dell’esperienza vissuta la settimana prima è uno dei pochi modi che conosco per osservare la storia con il proprio binocolo. Conservo un piccolo spazio su Asterisco che continuerò ad occupare in modo discreto e soprattutto non smetterò di leggere le note del Sabato a cui auguro di proseguire sull’avventuroso mare della post modernità.

Grazie e buona vita a tutti i lettori!

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