Le Voci di casa
13 Aprile 2015
L’ultima volta che lo incontrai era l’estate del 2013. Si sposavano Rosanna ed Alberto, amico fraterno e insegnante appassionato di arte, così io e mia moglie decidemmo di regalar loro un suo acquerello.
Mi accolse con la gioia di sempre, e chiacchierammo a lungo seduti ad un piccolo tavolo sulla sua terrazza, apparecchiato per l’occasione con dei lupini. Mi raccontò di una delle sue mostre a Torino e dell’isolamento culturale che viveva nella nostra città. Non aveva più le parole taglienti degli anni della politica leghista, era più stanco, ma fortemente consapevole del significato del suo lavoro. Uso la parola lavoro perché il Maestro Le Voci era un lavoratore instancabile, un uomo generoso ed impegnato.
Lesse qualcosa da uno di quei quaderni belli che teneva sempre a portata di mano. Io, al solito, ero distratto dai colori prepotenti che non lasciavano spazio all’udito… poi mi parlò di Chagall, dei voli sopra le città. Di quelle parole mi ricordo.
La terrazza gli regalava l’altezza che meritava e da quell’altezza si poteva dare del tu alle nostre montagne. Mi accompagnò a vedere le sue cartelle: colori, tele, carte, disegni fitti. Un mondo trasfigurato: scegliere un soggetto era rinunciare ad un pezzo di umanità. Mi disse: “Prendi questo, è un bel regalo!”. Era uno dei suoi acquerelli che raffiguravano un’orchestra da camera: un elegante pianoforte al centro e altri strumentisti attorno al soggetto centrale. Mi donò anche una piccola tela che conservo con cura.
Ci salutammo.
Proprio in questi giorni ho ricevuto un invito dall’amico Francesco Sallorenzo su Facebook per un Omaggio in occasione del primo anniversario della sua morte, organizzato dalla Galleria d’Arte e Casa Editrice Il Coscile, unitamente all’Amministrazione Comunale di Castrovillari e con la collaborazione di ABM Report. Non riuscirò a partecipare, ma mi sembra importante comunque dare un contributo. Lo faccio da lontano con questo post, chiedendo all’amica Angela Lo Passo, oggi Assessore alla Cultura e al Sindaco della mia città, Mimmo Lo Polito, di lanciare una campagna per l’acquisto della casa-studio del Maestro Le Voci in Oriolo street, come amava chiamarla lui.
Quella casa dovrebbe essere un Museo, un luogo della comunità, un segno tangibile dell’importanza dell’arte e della libertà con cui essa si accompagna.